The Italian Translation Story

Questo articolo è stato scritto all'inizio del 2005 per raccogliere fondi per la stampa della traduzione italiana, dopo che avevo finito di formattarlo per la Fondazione Urantia. Attraverso questo sito web siamo stati in grado di raccogliere $40.000.

di Saskia Raevouri, tradotto da Memo Zago

The Italian translation team: [l-r]Giuseppe Zecchinato, Giuseppina Zecchinato, Memo Zago; [rear] visitor Steve Rohrback.
Giuseppe Zecchinato, Giuseppina Zecchinato,
Memo Zago; [rear] visitor Steve Rohrback
Italy in the map of Europe

NEGLI ANNI 1960, un ingegnere italiano di nome Giuseppe Zecchinato, abitante a Verona, venne in possesso della traduzione francese del Libro di Urantia, La Cosmogonie d’Urantia, tramite il suo amico e traduttore Jacques Weiss.

Giuseppe, il primo lettore italiano del Libro di Urantia fu spinto a tradurre la rivelazione nella sua lingua nativa, usando come riferimento sia la traduzione francese che il testo originale inglese, benché la sua conoscenza di tale lingua fosse assai limitata. Egli tradusse la Parte I ed altri fascicoli, ma non proseguì oltre a causa del suoi impegni di lavoro.

All’inizio degli anni 1980, Giuseppe parlò del Libro di Urantia al suo amico italiano Guglielmo (Memo) Zago, anche lui di Verona. La Cosmogonie era stata inizialmente pubblicata in tre volumi separati, e Giuseppe fece leggere a Memo soltanto “La Vita e gli Insegnamenti di Gesù”. Colpito dal contenuto del testo e desideroso di conoscere l’intera rivelazione, Memo acquistò la traduzione francese completa, e quando ebbe finito di leggerla cominciò a tradurla di propria iniziativa in italiano, prima scrivendola a mano e poi ricopiandola con una macchina da scrivere portatile. Presentò quindi la traduzione italiana a Giuseppe per una sua valutazione.

Convinti però, a questo punto, che sarebbe stato opportuno confrontare la traduzione con il testo originale, Giuseppe e Memo cominciarono a lavorare assieme a questo progetto e formarono un primo piccolo team con l’aggiunta della sorella di Giuseppe, la Prof.ssa Giuseppina Zecchinato.

Dopo molto tempo e parecchie difficoltà, essi erano riusciti a tradurre poco più di una quarantina di fascicoli prima che Giuseppe si ammalasse seriamente e le sue condizioni di salute gli causassero la quasi completa perdita della vista. Il progetto sembrò allora essere giunto ad un improvviso e brusco arresto.

Trascorso qualche mese, invece, Memo decise di riprendere da solo la traduzione, ricominciando dall’inizio e traducendo simultaneamente dal testo inglese e dalla più recente edizione francese. Ogni sabato poi egli portava la sua traduzione a casa di Giuseppe e leggeva ad alta voce il nuovo testo, discutendo e concordando con lui e Giuseppina le eventuali correzioni da apportare.

Nel 1999 essi considerarono la traduzione italiana completata e la presentarono alla Fondazione Urantia. Secondo la valutazione di Georges Michelson-Dupont (Consigliere) e di Seppo Kanerva (Direttore delle traduzioni), il lavoro fu giudicato accettabile.

In occasione di una visita di Georges Michelson-Dupont a Verona, Memo espresse però l’opinione che sarebbe stato preferibile, prima di procedere alla stampa, sottoporre la traduzione italiana al controllo di un esperto in lingue straniere, poiché nessuno del team italiano conosceva bene l’inglese. Purtroppo, nell’ottobre 2000, mentre ancora si stava decidendo sul da farsi, Giuseppe morì.

Seppo Kanerva
Seppo Kanerva
Antonella Carrara
Antonella Carrara
Salvatore Frustaci
Salvatore Frustaci
Luciana Trombin
Luciana Trombin

Subito dopo Seppo Kanerva suggerì a Memo di accettare l’esperta in lingue Antonella Carrara di Roma, che aveva offerto volontariamente i propri servigi, come sua collaboratrice nella revisione del testo italiano. Antonella coinvolse in questo lavoro anche il suo amico Salvatore Frustaci di Napoli, pure lui profondo conoscitore della lingua inglese. Fu così formato il nuovo piccolo team italiano di traduzione.

Da allora in poi i tre lavorarono assieme, con Antonella a Roma e Salvatore prima in Inghilterra per lavoro e poi a Napoli, che inviavano a Memo le loro proposte di modifica del testo, la maggior parte delle quali egli trovò accettabili e per le quali egli fu molto grato ai due esperti.

Anche se il maggior ostacolo che rallentava il lavoro erano i rispettivi impegni occupazionali che non consentivano di dedicare tutto il tempo al progetto, lo sforzo per la revisione proseguì sino al termine.

Un appoggio al team ha dato anche Luciana Trombin, moglie di Memo, aiutandolo prima nella trascrizione del testo a computer e poi nelle molte letture di controllo per correggere errori ed imperfezioni.

Il 27 maggio 2004, dopo aver ripassato ancora tre volte l’intero testo per delle rifiniture necessarie, Memo finalmente ritenne completato il lavoro. La traduzione italiana era un fatto compiuto.

Dice Memo: “Ringrazio Dio per avermi fatto incontrare Giuseppe Zecchinato. Ringrazio Dio per avermi spinto a tradurre i testi inglese e francese del Libro. Ringrazio Dio, soprattutto, per avermi dato l’energia fisica e mentale che mi ha consentito di persistere, durante tutti questi anni, nel corso dei quali innumerevoli difficoltà sembravano sempre frustrare il completamento di questo lavoro. E lo ringrazio, infine, perché il risultato di tutto ciò è la prima edizione italiana de IL LIBRO DI URANTIA.


Saskia Raevouri and Jane Ploetz (left) on a trip to Baja California in 2004
Jane Ploetz, Saskia Raevouri
Saskia Raevouri with Matt Viglione in Chicago, taking a break from book formatting
Matt Viglione, Saskia Raevouri

Il mio coinvolgimento cominciò un giorno del tardo 2004, quando la mia vecchia amica e vicina Jane Ploetz era in visita da me. Jane, Consigliera Associata della Fondazione Urantia, mi accennò che un certo numero di traduzioni del Libro erano pronte ed aspettavano solo di essere formattate. Poiché avevo acquisito negli anni recenti una certa abilità nel formattare libri a computer, mi sentii spinta ad offrire i miei servigi per la rivelazione. Ed essi furono immediatamente accettati.

A partire dal gennaio 2005 ho lavorato in stretto contatto con un meraviglioso e saldamente unito team, composto da Seppo Kanerva, Matt Viglione e Memo Zago, capo del team italiano della traduzione.

Sebbene io fossi nel sud della Carolina, Seppo in Finlandia, Matt a Chicago e Memo in Italia, abbiamo lavorato agevolmente via email. Io inviavo loro i files PDF via via che formattavo ciascun fascicolo, e loro li controllavano e mi davano immediato riscontro. Matt mi ha insegnato talmente tanto sulla formattazione dei libri che ora mi considero un’esperta professionista; la legittima leadership nelle traduzioni di Seppo mi ha fatto sentire che il Libro era in buone mani; e l’amore di Memo per la rivelazione, la sua dedizione ad essa, risaltava ogni volta che m’inviava una meticolosa lista di correzioni e di aggiustamenti. È stato un piacere lavorare con tutti loro. Posso anche attestare che Memo ha letto ogni parola della traduzione italiana almeno altre tre volte negli ultimi sei mesi!

Tutto ciò non concerne la politica di Urantia od un individuo particolare. Concerne esclusivamente la traduzione italiana e coloro che hanno lavorato così a lungo per farne una realtà per i loro compatrioti.

Indipendentemente da ciò che è accaduto in passato, è in nostro potere recuperare il tempo perduto durante la nostra vita! Quando giungerò sul mondo delle dimore e mi chiederanno “Hai fatto tutto il possibile per la rivelazione?”, desidero poter dire “Sì!”.

Non volete unirvi a me? E 'tempo di mettere giù le nostre spade e raccogliere le nostre vomeri!


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